Tuesday, October 19, 2010

ROB' DA PAZZ'

Sabato scorso, con la mia famigliola, mi sono recata a fare shopping in un grande centro commerciale qui a Sydney. Dato che tra qualche giorno ospiteremo una cara zia che verrà a trovarci dall'Italia e che si tratterrà con noi per un paio di mesi, volevamo comprare un bel lettino per farla sentire accolta e comoda qui con noi.

L'idea era quella di un letto pieghevole, da poter aprire e chiudere facilmente per evitare problemi di spazio. Una soluzione, questa, che abbiamo già sperimentato più volte nelle nostre case precedenti, ed anche proprio con La Zia. Eccoci dunque a caccia del famoso "lettino pieghevole" (folding bed, per chi dovesse avventurarsi in un paese anglofono).

Nello shopping centre che abbiamo visitato, principalmente occupato da negozi di arredamento e dedicati ad articoli per la casa, abbiamo girato parecchio prima di trovare finalmente il lettino in questione. "Eccolo!" abbiamo esultato entrambi mio marito ed io nel notarlo entrando nel negozio. E sono certa che voi tutti avete ben chiaro di cosa sto parlando, visto che lo potete "ammirare" anche nella foto qui sopra.

Ad ogni modo, finalmente contenti e vittoriosi ci rechiamo con passo spedito e deciso verso il commesso del negozio per informarci sul prezzo dell'articolo. Glielo indichiamo e chiediamo "how much is it?"... Ebbene signori e signore, non ci crederete mai. Il tizio, tutto tranquillo, ci risponde "450 dollari"...
...
Noi sgraniamo gli occhi, scuotiamo la testa entrambi e indichiamo meglio al commesso il letto in questione: "no guardi, quello lì, a destra!". Ed il tizio si avvicina annuendo "sì, sì, quello pieghevole. 450 dollari"...
...
Mio marito ed io restiamo un attimo perplessi. Forse non abbiamo capito bene. E dire che con l'inglese ce la caviamo bene entrambi... 
- "Scusi, può ripetere il prezzo per favore?" 
- "450 dollari"
- "Quattrocentocinquantadollari???"
- "Sì, quattrocentocinquantadollari" 
...
Io scoppio a ridere. Mio marito mi guarda a bocca aperta. Il commesso del negozio si innervosisce un po' e aggiunge "ma è un letto europeo. E' italiano".
Rispondo - "anche noi, siamo italiani!!! Lo sa quanto costa questo letto in Italia??? Al massimo 100 dollari!!!"
Il commesso si secca e ribatte "eh, ma noi abbiamo tutti i costi di importazione, di spedizione, di imballaggio..."
Mio marito aggiunge "beh, è un ottimo business! Complimenti! Abbiamo proprio sbagliato tutto nella vita!"
E ce ne andiamo ridendo..............

Alla fine, risparmiando oltre 150 dollari, abbiamo comprato un letto a castello ed un materasso nuovo ad IKEA. Prodotti europei, anche questi importati e quindi più cari qui in Australia, ma sono sempre e comunque i nostri preferiti... 
Inoltre regalando un sorriso grande quanto una casa al nostro bimbo che non vede l'ora di montarlo perchè dormirà "sopra"...

W IKEA FOREVER!!!



I MIEI AMICI

L'Amicizia è un bene molto prezioso. E' difficile da trovare, e anche molto difficile da mantenere.
Soprattutto per una persona come me, che ha vissuto tutta la propria esistenza in luoghi diversi, con lingue diverse, culture e modi di vita diversi. 

Ma i veri amici, quelli che ti porti dentro e che ti seguono negli anni, crescendo insieme a te, sono davvero pochi. Quando sei lontano ti mancano. Pensi a quando trascorrevi il tempo con loro e sorridi. Il tuo cuore si sente protetto e al sicuro in compagnia di pensieri tanto piacevoli. 

Sono comunque pochi. Pochissimi. Ma per te ci sono sempre. E incontrarne di nuovi, di cui poterti fidare davvero e con i quali poter pensare di condividere vecchie e nuove avventure non è poi così semplice. Almeno, non per me.

Tendenzialmente sono molto diffidente e prima di considerare Amica una persona per me ci vuole davvero del tempo. Ho bisogno di conoscerla, di sentire che mi posso fidare di lei, di confidarle i miei pensieri ed ascoltare i suoi. Deve essere una persona buona, allegra, positiva e gentile, ma anche decisa, chiara e soprattutto aperta e sincera. E quante ancora ne incontrerò sul mio cammino! Non vedo l'ora...

Intanto mi tengo stretti gli Amici e le Amiche tanto cari che ho sparpagliati un po' ovunque per il mondo. E penso alle loro vite, lontane dalla mia, ed ai momenti trascorsi insieme a loro con un sorriso. Il sorriso del mio cuore, che felice mi ricorda quanto voglio bene ad ognuno di voi... Voi, I MIEI AMICI.

VI VOGLIO BENE.



Tuesday, October 12, 2010

10 ANNI DI VITA IN MENO

Oggi mi è successa una cosa che mi ha tolto 10 anni di vita.

Ecco la nota che ho messo sulla mia pagina di Facebook:

"La mamma, tutta allegra, si reca a prendere suo figlio all'uscita della scuola.
Lascia la pupetta in macchina per fare veloce.
Incontra la preside con la quale scambia 2 chiacchiere mentre attende il figlio in cortile.
Dopo un po' chiede alla maestra, che sta parlando con altre mamme, se suo figlio è ancora in classe...
La maestra sbianca. La mamma, ex-allegra, anche.
No. Ovviamente in classe non c'è più nessuno.
Al figlio è stato detto di prendere l'autobus per tornare a casa (che non ha mai preso da solo in vita sua!).
Mi sembra giusto.
Oggi la scuola ha ricevuto dall'ufficio competente il pass del bambino per prendere gli autobus in città.
E così, senza la minima autorizzazione dei genitori e senza controllare la lista dei bambini iscritti al sevizio sulla quale Gabriele NON risulta, anche lui è salito.
...
Per fortuna ero in macchina e dopo qualche giro di corsa sono riuscita a recuperare il mio marmocchio intelligente che era sceso ad una fermata a 700m da casa...
...
NO COMMENT.
...
E ovviamente... 
...
W L'AUSTRALIA!"

Ripensando all'accaduto, anche a fine giornata, non riesco proprio a capacitarmi e rasserenarmi.
Per me è davvero una cosa gravissima, eppure vedo che tutti intorno a me sminuiscono, forse anche solo per sdrammatizzare visto che vedono me così turbata.

Con mio marito e mio figlio, prima di trasferirci qui in Australia, ho vissuto a Parigi e Roma.
Ricordo benissimo che alla scuola materna, in Francia, all'inizio dell'anno venivano consegnati ad ogni bambino 4 cartellini: 2 di un colore per ognuno dei genitori e 2 di un altro per altre 2 persone fidate scelte dai genitori che potevano recarsi a scuola per portare o andare a riprendere il bambino (es. nonni, zii, baby-sitter). Su ognuno di questi cartellini bisognava anche applicare una fototessera, oltre al proprio nome e cognome. Insieme bisognava sempre comunque avere un documento di identità e quando si apriva il portone della scuola, anche se mamma o papà e conosciuti dai bidelli, bisognava SEMPRE mostrare il proprio cartellino. Altrimenti non era proprio possibile entrare nella struttura.
In Italia mio figlio ha frequentato l'asilo e anche se non esisteva questo "metodo del cartellino", qualora non fosse uno dei genitori ad andare a prendere il bambino, bisognava fornire una copia del documento d'identità ed una dichiarazione che autorizzava la persona in questione a prendere il bambino quel giorno.

Ora, non voglio essere categorica ed imporre una procedura estremamente rigida (ci tengo ad aggiungere che per la poca flessibilità una volta in Francia non ho potuto prendere mio figlio da scuola un'ora prima per una visita medica perchè la direttrice della scuola non ha voluto lasciar uscire il bambino "fuori orario"!), ma ritengo che qui in Australia ci sia davvero il problema opposto... E questo anche per ricollegarmi al mio post precedente.

Voi cosa ne pensate??

Attendo i vostri commenti... e ora cerco di riposarmi dopo la paura e l'arrabbiatura di oggi...



Thursday, October 7, 2010

AH... L'AUSTRALIA!

Quanti ritengono che l'Australia sia un paese da sogno, un lido lontano ideale per una vita felice, un mondo unico nel quale far crescere i propri figli?
Più gente incontro e più mi rendo conto di quanto questo pensiero sia comunemente diffuso. Una sorta di miraggio per molti che vorrebbero una vita diversa da quella che sono tanto impegnati a vivere ogni giorno. Una meta quasi impossibile che non resta che un sogno irrealizzabile. 
Ma è davvero così? L'Australia è veramente quel paese delle opportunità tanto decantato in giro per il mondo?

Fino a qualche anno fa, io quasi non sapevo dove si trovasse l'Oceania tutta intera. Diciamo che ero a conoscenza della sua approssimativa esistenza grazie alle mie super-partite a Risiko che mi consentivano di avere quelle poche armate in più ad ogni giro se riuscivo a conquistare l'intero continente. Ma poi, di questo lato del mondo, non ne sapevo nulla di più.

Il trasferirci qui per noi è stato deciso dando seguito al forte desiderio di mio marito che da anni sognava una vita in Australia. Io non ho mai avvertito questo bisogno, ma ho voluto provare e tentare di creare un progetto comune che ci permettesse di vivere per qualche anno in un paese tanto lontano.

Lo ammetto. L'Australia è un paese meraviglioso sotto molti punti di vista. La natura incontaminata, gli spazi infiniti, il clima mite, l'organizzazione e l'efficienza dei servizi. Questi sono alcuni aspetti che colpiscono immediatamente. Importanti se non addirittura vitali. 
Però ci sono anche degli aspetti negativi e a mio parere da non sottovalutare. Con questo non voglio criticare il paese e la cultura di un paese che mi sta ospitando, ma sono fermamente convinta che per alcune cose questa grande isola sia ancora molto, mooooolto indietro.

A voi la palla...